Bamboletta di biscuit

02 Marzo 2025

Aveva scritto pagine e pagine a mano da consumare un bosco intero. Fiumi di biro rovesciati su quei fogli che cominciavano a bagnarsi di lacrime di rabbia e vergogna.
“Non ci riesco, cazzo! Vado da Al..” pensò Annetta che decise di consultarsi con il suo amico prima dell’appuntamento con il capo della casa editrice che gli aveva commissionato un altro romanzo sulle relazioni umane ma con una clausola inderogabile: almeno una scena di sesso. Lei provò a dissuaderlo, gli aveva consegnato il manoscritto con una versione molto soft. Ci girava intorno auspicando che le sue idee fossero sufficienti a far dimenticare la clausola inderogabile.
E invece: “Annetta, la scena!” Le disse il capo. Lei cercò una scusa, disse che era quasi pronta ma, arrivato il giorno in cui aveva promesso di portare quantomeno una bozza, aveva in mano una serie di frasi forzate. Senza passione ed emozioni.
Afferrò quello che aveva scritto, infilò tutto nella borsa e si diresse a casa di Al. “Lui mi darà una mano.”

Appena di fronte alla porta di casa, sentì Al cantare e urlare. Entrò di corsa, aveva le chiavi di casa dell’amico. E trovò Al a torso nudo con i pantaloni eleganti che gli aveva regalato lei a braccia aperte di fronte la sua grande vetrata aperta che dava sul cortile. Canticchiava “forza Roma” e intonava alternando tutta una serie di canzoni a tema.

Annetta rimase qualche secondo a osservare piuttosto perplessa la scena. Al era imprevedibile come lei, ma… così no.
Sussurrò: “Al, cosa…?”

Lui si girò di scatto e disse: “Un attimo che ho fatto, sono all’acuto, mi deve sentire.” E cacciò un urlo ripetendo un ritornello. E poi disse: “Ecco ho fatto… Ciao!”

“Da quando sei diventato un ultras?” Disse Annetta.

“Da quando è arrivato il nuovo vicino…”
“Scusa… Temo di non aver capito!” Esclamò Annetta.

“Nulla… ordinaria amministrazione… vendette fra vicini di casa. Il tizio è laziale…” disse Al.
“Al! Come ti salta in mente?”

“Fammi spiegare e vedrai che mi darai piena ragione. Vieni qua e guarda l’appartamento di fronte. Il palazzo è pieno di borghesi arricchiti… della cosiddetta Roma bene, benissimo. Nulla a che vedere con noi, dolcezza, nobili di fatto e d’animo che rifuggono dalla cafona mondanità di lusso. Prima o poi dobbiamo scappare nella mia fattoria e porterai anche la tua amichetta di cui hai parlato nel tuo libro Commedia femminile!” disse Al.

“Al, salta i preamboli, cosa hai combinato?”

“Vedi? Lui mi tiene d’occhio. Adesso si è allontanato…”

“Lui chi?”

“Il vicino. Bello e arrogante. Fidanzato con una donna molto carina ignara del suo inganno. Lei sempre accompagnata da un codazzo di amiche che incarnano tutte le facce della menzogna. Lui è il solito codardo che sfrutta la donna e prende velatamente in giro me. Pensando di fregarmi.”

“Comincio a capire …” disse Annetta.

“Un giorno lui fa apprezzamenti su di te.”

“Su di me? Non l’ho mai incontrato.”

“Lui dice di averti notata, d’altronde vieni spesso ed è possibile. Ma io ho capito il suo messaggio, mi dice: ‘Come va con la tua affascinante fidanzata’. Io dico: ‘Alla grande perché è un’amica. Andandoci a letto non arricchirei la mia relazione con Annetta, leverei dignità al legame che abbiamo.’ Lui scoppia a ridere e replica: ‘Ma come? Hai una donna… non la tocchi?’ E io rispondo: ‘Su… lo sai, mi sorprende che non tu non capisca certe cose. Io sono gay. E non ho nessuna intenzione di sfoggiare una bella copertura per mentire agli altri, ingannare lei e ingannare me.’ Lui mi guarda con aria contrariata e dice: ‘Niente contro i gay, amico. Ma sai ho altri gusti.’ ‘Immagino…’ l’ho detto in maniera un po’ allusiva e lui mi ha lanciato un’occhiata velenosa. Che non ha fatto altro che confermare i miei dubbi. Lui mi girava attorno da subito e ha capito che non era aria con me… non avrei partecipato né sarei stato complice del suo inganno.”

“Quindi lo innervosisci con la Roma…” disse Annetta.

“Già. Tu, grazie a me, non cadrai in una trappola simile, vero?”

“Come potrei? Sei la mia cintura di castità!” Disse Annetta.

Lui scoppio a ridere: “In fondo anche tu, Annetta. Quante cose mi hai insegnato? Mi hai messo in guardia su tanti uomini…” disse Al.

“La cosa particolare è che tutti fuggono dalla verità per paura di vedere crollare le loro certezze. Ma poi tirano in ballo la sincerità, falsa, per criticarti, dicendo con ipocrisia, che è per te, invece ti insultano. Non sanno che a forza di fuggire dalla verità si cade nella trappola delle illusioni. Per quanto sia dolorosa la realtà, le illusioni lo sono di più, perché ti ingannano. Per quanto mi sia sentita, da più giovane, indifesa, senza un uomo fianco, non potevo e non posso permettermi di farmi indebolire da una relazione qualunque… Le persone possono diventare dei bagagli ingombranti che appesantiscono il cammino verso il proprio orizzonte. Dobbiamo lasciarci alle spalle simili fardelli che rallentano il  ‘galoppo’.”

“Ho un’amica… troppo, troppo, troppo! La mia bamboletta di biscuit… Oggi sei magnifica con la tua t-shirt e borsa decorate con i tuoi disegni, sembri uscita da un quadro impressionista. Hai messo la quella della tua novella Pura Seta! Io Al debonus e tu Annetta Pacedeisensi! Hai una capocetta birichina…!”

“Senti bambolotto di marzapane… Ti ho portato la tua t-shirt… quella di Inganni.” Disse Annetta.

Lui sorrise mentre la indossava. “Sopra al pantone grigio … e sotto una giacca. Mi piace un sacco come hai abbinata la tua. Pantoni con le pinces… giacca leggera sportiva… tutto grigio chiaro, e il rosso del disegno della ragazza di spalle, spicca. Sfiziosa ed elegante. Inarrivabile!”

“Al… smettila di lusingarmi.”

“Senti dolcezza… come mai qui adesso?”

“Ah già, me ne ero dimenticata… leggi. La scena famosa… osé.”

“Annetta… ‘osé’… su!” esclamò Al.

“Va bene, sensuale, come preferisci. Michi mi ha detto che se avesse il tempo potrebbe scrivere un’enciclopedia… ma ha aggiunto che preferisce viverle certe situazioni e così ho pensato di chiedere a te.”

Al sfogliò e scoppiò a ridere…

“Grazie dell’incoraggiamento…”

“Scusa, scusa, scusa… hai ragione. Qualche frase qua e là puoi tenerla. Una scena fra due frigoriferi sarebbe stata più calorosa.”

Lei si gettò sul divano bianco e soffice. “Cosa posso fare? Oggi ho l’appuntamento con il capo…”

“Ho un piano.” disse Al.

“Dimmi…”

“Facciamolo noi…”

Annetta si alzò in piedi di scatto.

“Al! Cosa hai bevuto? Non bevi, forse hai mangiato troppi budini… adesso non te li cucino più. E poi la scena deve essere molto sensuale, non comica!”

“Perché non sono credibile? Lo sono più di tanti sedicenti macho man… e indicò le vetrate del vicino. Tutti a parlare di grandi sentimenti poi alla prova dei fatti, tutti ingannano tutti.”

“Insomma, cosa hai in mente? Oggi mi sembri un po’ troppo creativo.”

“E se ti dico… Honey?!”

Lui pronunciò “honey” intonando una canzone amata da entrambi.

“Si! Facciamolo!” disse Annetta.

Al in un paio di veloci movimenti delle mani affusolate alzò il volume al massimo… Si levò la t-shirt, Annetta la giaccia e si slegò i capelli.

Partì: “An amazing feeling coming through…I… was born to love you!”

Cominciarono a cantare e mimare il video originale della canzone… (la riconoscete? Non dico nulla, cercatela e ascoltatela!). Al fece come il cantante che nel video insegue una giovane donna bionda per tutta casa mentre lei scappa. E Annetta cominciò a saltellare fuggendo da Al, e così cominciò una rincorsa per tutta casa.

“You are the one for me, I am the man for you. You are made for me, you are my ecstasy… Born to love, born love, yeah I was born to love you!”
Annetta e Al si alternavano a cantare.

Poi arrivò la loro parte preferita: “I was born take care of you, honey!” Entrambi dissero “honey” urlando, amavano come il cantante lo diceva.

Al prese in braccio Annetta e la fece volteggiare passando di fronte alle vetrate, ed effettivamente c’era il vicino che, fingendosi infastido, chiuse i vetri. Al lancio gli un’occhiata. Poi si gettarono sul divano. Come nel video.

“Venuta qualche idea?” Chiese Al ridendo.

“L’atmosfera è perfetta. Ma adesso vado.”Disse Annetta.

“No, dolcezza. Amichetta mia… come faccio a fare incazzare il vicino, ho bisogno di te!”

“Al, smettila… Per forza di cose mi tocca andare… ho l’appuntamento con il capo e poi la scena sensuale…”

“Ascolta la musica prima di scrivere, ma non pensare a lui…”

“Lui… già lui. Lo so. Non ci penso più. Penso…”
Al fece l’occhiolino all’amica prima che lei uscisse di casa con in mano la sua borsa disegnata piena di fogli bianchi… e qualche frase tremolante e insicura di impacciati baci.

Dal capo….

Ufficio bianco e spazioso che dava su un cortile elegante.

“Annetta, entra è sempre gradita la tua visione.” Disse Valerio, il capo della casa editrice.

“Ah! Grazie e…”

“Dammi i fogli.” Disse il capo sorridendo mentre allungava la mano verso Annetta.

“Va bene, eccoli.”

Lui guardo lei e poi le pagine e trattenne una risata.

“Senti, Valerio. Mi obblighi a scrivere ciò che non sento, quindi mi chiedi di diventare ciò che non sono. Ed ecco il risultato!” Disse Annetta con voce lamentosa.

“Non fare la ragazzina. Diventa un’altra persona per un po’.”

“Non voglio.”

“Nemmeno per soldi?” Chiese con ironia il capo.

“Nemmeno per soldi.” Disse Annetta con una voce decisa. E aggiunse: “Adesso licenziami.”

“No, mai. Hai troppa immaginazione e vederti è un piacere.” Disse Valerio allargando le braccia.

“Perché proprio io? Hai tante scrittrici che sanno parlare di curve infuocata, muscoli lussuriosi, baci incandescenti, corpi aggrovigliati, mani dappertutto, parole audaci… a cui io non so dare un senso. Che a me suonano inverosimili!”

“Vedi che se ti sforzi… qualcosa ti viene in mente? Seriamente, è solo una scena come un’altra! Perché ti è così complicato… traumi per caso?” Disse sovrappensiero Valerio mentre metteva in ordine i fogli con sciatteria.

“Lei abbassò lo sguardo e si alzò. E disse: “Pudicizia, solo pudicizia, semplice pudicizia.”

“Annetta, lo richiede il mercato e poi te lo ordino io!” disse Valerio sorridendo, “sono il tuo capo… Sai una cosa? Sei un incrocio fra un lupo solitario, un cavallo indomito e un gatto!”

“Uno zoo, praticamente! E pensa che conosci solo il trenta percento di me…” disse Annetta.

Valerio ridacchiò: “Ti voglio al cento per cento…”

“Ehi, Valerio. Non fare allusioni ambigue…”

“Parlo del libro,” disse lui alzando le mani.

“Sì, sì… Comunque la scena la scriverò come dico io!”

“Va bene. Leziosa rivoluzionaria di altri tempi.”

“Valerio, non ho bisogno di lusinghe!” disse Annetta uscendo dall’ufficio.

Tornata a casa. Mise una serie di canzoni… quelle appunto di altri tempi: tutte quelle in cui c’era il sassofono, tutte quelle con voci calde. Le veniva da sorridere e da piangere. E cosi fece, sorrise e pianse con il divieto di pensare a “lui”. Non poteva permetterselo e non poteva più premettersi di credere a relazioni inverosimili. A sentimenti introvabili.

Poi decise di: “Schierare l’artiglieria… budino al cioccolato bianco, quello al cioccolato al latte, quello al cacao amaro… andrò per gradi!” Pensò Annetta. “Dal piu dolce al piu intenso…” Mangiò un cucchiaio di quello al cioccolato bianco… E cominciò a scrivere…
“… lui le sussurrò: “Più mi avvicino, più mi accorgo di quanto sia speciale la tua bellezza: sfiziosa e pulita.”

Lei provò a divincolarsi da quello sguardo troppo intenso che la metteva a disagio, parlò d’altro.

Lui sorrise, capì il tentativo di lei sfuggire alle sue attenzioni. Lei uscì sulla dinette. Il mare era lì che avvolgeva lo yacht. Temeva che quel profumo inconfondibile che emana il mare e il leggero sciabordio delle onde pigre e luminose, l’avrebbero fatta capitolare. Ma provava a reggere al fascino di quella scena surreale e perfetta. Tuffarsi negli abissi della sensualità non lo pensava prudente.

Si girò appena sentì il fiato di lui troppo vicino. Lui le sussurrò qualcosa e le accarezzò il viso bagnato da una leggera lacrima: non aveva più difese. Una spallina del suo leggero abito le scivolò giù lungo il braccio affusolato, sentì il delicato tocco della seta, tentò di rimetterla in ordine. Lui la fermò e scosse il capo e fece cadere anche l’altra spallina, lei percepì il suo abito accarezzarle il corpo: scivolò giù troppo velocemente. Lei abbassò lo sguardo e fissò quell’ultimo ed effimero impedimento, l’ultima difesa arrendersi. Rialzò lo sguardo e incrociò quello di lui: di sorridente soddisfazione.

Lui si sbottonò la camicia e…

(Poi niente.. che ve lo dico a fa’… dopo c’è il copyright di Annetta.. non posso svelare di più. Posso solo dire alle donne che lui è un figaccio di altri tempi.)

Annetta appena concluse la scena sorrise anche lei soddisfatta… “La faccio leggere ad Al! Sembra un disegno…”

Segue…

Se ti piacciono le mie novelle, i miei personaggi e Annetta… puoi leggere: Commedia femminile, Inganni, Pura seta.. e il mio prossimo libro!

Nel frattempo puoi comprare le mie borse e t-shirt che ti trascinano nelle atmosfere delicate dei miei libri e novelle. Di altri tempi. Umani. Ed eleganti.

Che ne pensi? Leggi sul mio blog il seguito le mie novelle.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Leggi articolo precedente

Leggi articolo successivo

Ultimi articoli

Inganni

Bugie, falsità, ipocrisia, ricatti, illusioni, delusioni, inganni, sono le varie sfaccettature dei complicati intrecci che spesso legano gli umani. Il libro, attraverso i suoi personaggi, svela come vengono viziate le giornate, deviati i pensieri, alterate le azioni, falsate le parole delle persone dalla non verità e dall’inganno. Inganno di cui il rapporto di Andrea e Chiara, coppia attorno a cui ruota la narrazione, è impregnato. Ma c’è anche la verità. Luce abbagliante ed invisa a molti, troppi uomini, che impongono, a chi gli è a fianco, il peso delle loro menzogne, delle loro maschere, di quello che sono e non sono, il peso di quello che non provano, il peso della loro freddezza.

Continua a leggere

Acquista su