Con il solito sorriso
30 Settembre 2019
Erano partiti da una cascina fuori mano per arrivare ad una bella casa grande con giardino e la città a portato di mano.
Andrea era il tipico arricchito sull’orlo del precipizio o della ribalta, un salto più lungo ed il botto, in un senso o in un altro, era certo. Era bravo ad imbrogliare, ma non sempre riusciva a dosare. Aveva il suv in leasing, il cane da guardia con il muso affusolato e il nome pretenzioso, una società piena di scatole cinesi vuote, una compagna carina di nome Chiara e figlie bionde. Tutto molto banale.
Un pomeriggio il cane abbaiò senza motivo, annoiato, di una noia quasi umana. Come quando le persone parlano senza dire nulla: chiacchiere crudeli e inutili. Camminò verso il portone e girò a vuoto, aveva evidentemente imparato dagli amici umani, e poi tornò nella sua casetta. Poco dopo cominciò il su e giù pomeridiano della famiglia. Le bambine tornate da scuola saltellavano con le code penzolanti e la divisa acciaccata. La bambinaia ascoltava distratta il loro racconto confuso della giornata. Risuonarono, fra alberi ordinati e il verde industriale del quartiere, i tacchi di Chiara e lo sbattere della portiera del suo suv : aveva gli occhi incollati sul telefono e un pacchetto di profumeria in mano. Impartì qualche disposizione alla bambinaia ed entrò a passo svelto.
La sera si alzò il vento, il sole pareva avesse fretta di tramontare: non aveva intenzione di partecipare alle solite miserie umane. Andrea entrò a casa con le mani piene di documenti e la mente piena di bugie. Chiara lo accolse con il solito sorriso…