Il luogo protetto
16 Settembre 2019
“Si fermi signorino Valerio!” Il maggiordomo chiamava così il bambino di casa. Aveva non più di sette anni quando tentò con una torcia di dare fuoco alla grande casa di famiglia.
“Do fuoco a tutto!” ripeteva mentre camminava a passo svelto tra i corridoi tappezzati di antichità di ogni tipo. Valerio aveva rubato dal patio una torcia infuocata che illuminava il buio impenetrabile di una delle solite serate a tema organizzate nella tenuta. Il brusio delle inutilità, futilità dette faceva da colonna sonora. Nessuno si accorse di nulla, non era possibile:erano tutti rapiti dal furioso mangiare, bere e dire cazzate. Ospiti i cui nomi erano intercambiabili con quelli dei loro cani: Poldo, Lupo, Teodosia ecc.
Valerio si fermò un attimo a guardare il maggiordomo Andrea con ironia e compassione: già conosceva, almeno percepiva, la differenza dei ruoli. Inconsciamente avvertiva che qualsiasi passo falso suo sarebbe ricaduto su quell’uomo giovane che lo inseguiva. Ma con una mossa furba, Andrea, riuscì a sottrargli la torcia: parlandogli dolcemente, dandogli attenzione. Cosa a cui Valerio non era abituato.
“La famiglia è un luogo protetto”,sentiva dire, fra un discorso e l’altro,Valerio, dagli adulti. Lui la pensava diversamente.
Avevano tutto, detta banalmente. Sicuramente tutto il superfluo, per molti costituisce “tutto”, ma a forza di non avere l’essenziale anche chi ha costruito le proprie giornate con il superfluo può avvertire disagio. Cos’è l’essenziale? Quello che realmente vogliamo che si può comprendere quando capiamo chi siamo. Il punto era che tutti i componenti della famiglia di Valerio non sapevano chi erano o semplicemente cercavano di proposito di non capirlo. Troppe domande che non avevano intenzione di porsi, troppe grane avere coscienza di sé. Più facile seguire il flusso di quello che piace alle persone, della convenienza e dell’apparenza.
Non sapevano, né si chiedevano, cosa piacesse al figlio: “Non ti piacciono le mele Valerio? Non lo sapevo, caro…Come si chiama quella tua amica? Davvero, non lo sapevo…Ti piace la musica classica? Che figlio intelligente! Chi l’avrebbe mai detto!”
Cos’altro non sapevano, anzi cosa sapevano del figlio? Più o meno nulla, ma sapevano perché l’avevano messo al mondo: per saldare un legame economico…
Valerio, diventato ventenne, galleggiava nell’inconsapevolezza. Ma un sospetto su cosa voleva lo aveva…
“La famiglia è un luogo protetto”: trovo estremamente intrigante, di grande rilevanza e sempre attuale, soprattutto in merito alle dinamiche della famiglia cosiddetta moderna, questa tematica che sono certa Searain, con la sua sensibilita’, profondita’ ed acutezza affrontera’ in modo eccellente e coinvolgente.
grazie tante dei tuoi commenti mai banali e sempre azzeccati che mi supportano nel mio percorso, un percorso, quello della scrittura, non sempre facile …grazie davvero
Con tutto il cuore, Searain! Mi sento profondamente grata che i nostri cammini si siano intrecciati…Conosci il mantra che ti dedico costantemente…Continua cosi’!
spesso uno incontra le persone più simile a sé in maniera inaspettata…noi su twitter! baci